La Cassazione, in più sentenze del 2025, lancia messaggi severi indirizzati al mondo delle imprese relativamente al delitto di estorsione quale condotta del datore di lavoro che, approfittando della situazione del mercato a lui favorevole per la prevalenza dell’offerta sulla domanda, costringe i lavoratori, con la minaccia, alla coartazione della sua capacità di autodeterminazione. La minaccia può presentarsi in molteplici forme: esplicita o larvata, scritta o orale, determinata o indeterminata e assumere la forma di semplice esortazione e di consiglio. Ma ciò che rileva è il proposito voluto dal datore di lavoro (o da chi per o con lui), inteso a perseguire un ingiusto profitto con altrui danno. E allora? Attenzione anche alle parole usate!
Pensione a 62 anni: come ottenerla con la previdenza complementare
Per chi aderisce alla previdenza complementare, vi è la possibilità, tramite la RITA (Rendita integrativa temporanea anticipata) di anticipare l’uscita dal lavoro a 62 anni e, in caso di inoccupazione da oltre 24 mesi, anche a 57 anni, percependo una sorta di rendita...