Oggi il cliente degli studi professionali non cerca più solo un tecnico che risolva le questioni fiscali, ma una guida nel labirinto digitale, qualcuno che sappia parlare la sua lingua, ma che sia anche capace di tradurre le nuove opportunità tecnologiche in vantaggi reali per l’azienda. Il cambiamento più forte lo si vede proprio nelle aspettative dei clienti: la velocità è ormai data per scontata; inoltre, il cliente moderno sa che l’intelligenza artificiale può ridurre di molto la possibilità di errore nei dati, quindi pretende precisione, oltre che velocità. La svolta vera però riguarda la visione strategica: il cliente non vuole limitarsi a sapere quanto pagare di tasse, vuole capire come ridurre il carico fiscale nei prossimi anni: l’analisi predittiva offerta dall’AI non è più un extra, è diventata una richiesta standard.
Rinuncia al credito da parte del socio non residente: non serve l’attestazione del valore fiscale
Con la Norma di comportamento n. 232 del 9 ottobre 2025, l’AIDC ha chiarito che la rinuncia di un credito sorto originariamente in capo al socio non residente non rientra nell’ambito di applicazione dell’art. 88, comma 4-bis, del TUIR e rende superflua anche...


