Cooperative compliance: come migliorarla per incentivare l’adesione delle imprese

da | 30 Ago 2024 | Ipsoa - Fisco

Il regime di cooperative compliance, come modificato dal D.Lgs. n. 221/2023 e dal decreto correttivo n. 108/2024, non è ancora sufficientemente attrattivo e tale da indurre le società a aderirvi, tenuto anche conto degli elevati investimenti e del costante impegno di monitoraggio e aggiornamento che le imprese devono sostenere. Occorre intervenire normativamente per incentivarne l’accesso rimeditandone alcuni aspetti. Ad esempio, slegando il binomio TCF/principi contabili al fine di evitare sovrapposizioni di ruoli, portando la riduzione dei termini di accertamento ad almeno di tre periodi d’imposta per tutti i soggetti, compresi quelli sotto i limiti dimensionali, eliminando del tutto il visto pesante, nonché prevedendo una generalizzata copertura dai profili penali per il solo fatto di aver aderito all’istituto e, di conseguenza, essersi posti in una posizione di costante e totale apertura e trasparenza nei confronti dell’amministrazione finanziaria. Occorre, in definitiva, trovare un punto di equilibrio fra gli interessi delle aziende e quelli dello Stato, in modo che l’istituto trovi il giusto terreno per sua una diffusa applicazione.

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