La sentenza della Corte costituzionale (n. 36/2025) ha depotenziato la preclusione assoluta di deposito in secondo grado delle procure, deleghe e ogni altro atto di conferimento di potere, ove questi non fossero stati depositati in primo grado. Non si tratta di un’abrogazione della preclusione che faceva pensare a una liberalizzazione dei depositi, ma solo una relativa apertura rispetto allo sbarramento iniziale. Infatti, la parte processuale che volesse depositare questi atti per la prima volta in appello deve provare la propria incolpevole condotta sull’omesso deposito in primo grado, mentre se è il Giudice a volerli ammettere deve motivare tale scelta nella propria sentenza.
Professione commercialista: dalle scadenze fiscali alla consulenza strategica potenziata dall’AI
La professione del commercialista sta cambiando: benchè ancora molti professionisti continuino a vedere il proprio lavoro principalmente legato agli adempimenti fiscali, il mercato da tempo richiede sempre più competenze strategiche di consulenza. È qui che...