La capacità del crimine organizzato di adattarsi ai cambiamenti tecnologici è diventata un tratto distintivo. Intercetta l’innovazione, sfrutta i vantaggi dell’intelligenza artificiale per organizzare complesse operazioni di riciclaggio. Pertanto, i metodi di contrasto devono aggiornarsi e reagire in maniera tempestiva. L’intelligenza artificiale nel campo dell’antiriciclaggio può rappresentare senza dubbio un salto di qualità sempreché venga correttamente indirizzata e alimentata. Non si tratta più, quindi, di misurare “quanto” si muove, ma di comprendere “come”, “perché” e “dove” si muove il denaro. Questo cambio di prospettiva non sostituisce il giudizio umano, ma lo supporta, trasforma: l’analista da controllore passivo diventa soggetto attivo dell’interpretazione del rischio e consentirebbe (il condizionale è d’obbligo) di integrare un modello reattivo con uno realmente predittivo. Tuttavia, l’AI è uno strumento da maneggiare con estrema cura, poiché presenta alcune criticità.