Con la sentenza del 13 novembre 2025 (causa C‑499/23), la Corte di Giustizia dell’UE ha accolto il ricorso della Commissione e dichiarato l’inadempimento dell’Ungheria. Le misure adottate dall’Ungheria sui materiali da costruzione sono state giudicate restrizioni equivalenti a divieti di esportazione, in quanto introducono obblighi amministrativi aggiuntivi, sanzioni, ritardi nelle consegne e, in caso di prelazione statale, impediscono definitivamente le transazioni. La Corte ha respinto le giustificazioni dell’Ungheria, ritenendo non dimostrata una minaccia grave per la collettività e quindi non legittima l’invocazione della pubblica sicurezza. Inoltre, tali misure violano la competenza esclusiva dell’UE in materia di politica commerciale comune. La Corte ha infine rilevato che l’Ungheria non ha rispettato la procedura di informazione prevista per le regolamentazioni tecniche, adottando le misure senza notificare la Commissione e prima della scadenza del periodo di sospensione.
Mercati digitali: indagine UE su possibile violazione da parte di Google
Il 13 novembre 2025 la Commissione Europea ha avviato un procedimento per verificare se Google rispetti gli obblighi previsti dal Digital Markets Act (DMA) nel posizionamento dei siti degli editori su Google Search. L’indagine riguarda in particolare la “politica di...


