Bartleby, il catasto e il pazzo puledro tributario

da | 24 Ott 2025 | Ipsoa - Fisco

Nel diritto tributario di oggi, le parole vengono usate come se fossero tutte uguali e intercambiabili, sovrapponendo i relativi concetti. Un settore dove la debolezza del concetto appare evidente (e il metaforico puledrino sbatte il muso dappertutto, rischiando di farsi – e di fare agli altri – male) è la materia catastale. È giurisprudenza consolidata quella secondo cui nella procedura DOCFA l’Amministrazione che non condivida la classificazione proposta dal contribuente non debba motivarlo, se si fonda sugli stessi fatti allegati nel DOCFA. Oltretutto, la classificazione DOCFA risulta da un responso del sistema informatico della Agenzia delle Entrate. Certamente, questo responso è provvisorio, ma non vincolante, ma ciò rafforza le perplessità: non è solo dire che ti do torto… per i motivi per cui dicevi di avere ragione, ma, se mi si passa la conviviale metafora, non è come invitarti a cena per poi battezzarti scroccone? Potrò cacciarti di casa dopo averti invitato, ma non dovrò almeno spiegartelo, per non sembrare demente? Parafrasando il Bartleby di Melville: “Ah, Diritto Tributario, Ah, danno!”

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